Carlo Fedele Savio nacque a Savigliano il 19 ottobre 1857, primo figlio di Felice Nicola, confettiere (tra via del Teatro e Piazza Vecchia, nel palazzo Ayraldi, dove risiedeva la famiglia, esiste tuttora la storica pasticceria Savio), e di Carola Angelica Gachet; la famiglia era di radicata fede cattolica.
A sei anni entrò nel Collegio di Scarnafigi e proseguì gli studi nel seminario di Saluzzo. Rimasto orfano di padre, fu seguito dallo zio Carlo e prese i voti il 17 dicembre 1881. Iniziò la carriera ecclesiastica come vicecurato a Rossana, ma già nel 1885 fu chiamato a Torino, vicerettore del Regio Albergo di Virtù e direttore spirituale delle Piccole Serve del Sacro Cuore.
Conseguita la laurea in sacra teologia e in filosofia, iniziò a Torino, al Liceo Sociale e al Collegio Salesiano di Valsalice, la sua attività d’insegnamento, proseguita fino al 1887 a Saluzzo alla Scuola Normale presso l’istituto delle Rosine; fu poi incaricato dal vescovo Alfonso Buglioni di Monale dell’insegnamento della filosofia nel locale seminario. Dieci anni dopo, il nuovo vescovo, Mattia Vicario, gli commise l’insegnamento della teologia morale, disciplina da Savio approfondita all’Università di Torino e a Roma al Collegio della Sapienza.
Nel 1889 fu nominato canonico onorario della cattedrale e nel 1897 divenne canonico effettivo. Da allora, alla cattedra e al pulpito il canonico avvicendò lo studio rigoroso che consentì l’elaborazione di numerose opere di storia e cultura varia, sulle orme del cugino, il gesuita Fedele Savio (Saluzzo, 1848 – Roma, 1916). Tra gli incarichi che gli vennero affidati si può ricordare la vigilanza contro il modernismo.
Avendo rivendicato per la sua famiglia il titolo nobiliare, a questo fecero seguito altre onorificenze, fino alla nomina a Cameriere Segreto di Sua Santità. Fu ispettore onorario delle Antichità e Belle Arti per il Circondario di Saluzzo a partire dal 6 ottobre 1922 senza interruzione fino alla morte.
Nel 1916, venuto a mancare il cugino Fedele, venne eletto socio corrispondente della R. Deputazione subalpina di storia patria. Fu direttore della biblioteca civica che grazie alla sua attività si arricchì di testi storici, anche manoscritti, come le lettere di Diodata Saluzzo.
Alla fine della seconda guerra mondiale rassegnò al Comitato di Liberazione Nazionale le proprie dimissioni dall’ufficio e consegnò la tessera di Ispettore onorario ai Monumenti, ma furono entrambe respinte e Savio fu riconfermato nel suo compito di tutela delle Antichità, che aveva sempre esercitato scrupolosamente.
Si dedicò a studi di teologia e di erudizione storica. Tra le opere teologiche meritano di essere ricordate La religione nelle scuole, Sociologia ed etica (nozioni ad uso dei licei), I dottrinari in Piemonte nel I Centenario della creazione della Provincia piemontese dei Padri della Dottrina Cristiana (1842-1942) e talune dispute canoniche, che risentono del clima culturale nel quale vennero concepite.
I suoi lavori più interessanti sono probabilmente i numerosi saggi di storia saluzzese, a prosecuzione di quelli avviati dal cugino Fedele.
Si cimentò anche nella narrativa con i romanzi storici La macchia rossa (Roma nel XV secolo) e Come la fenice. In quest’ultimo, dove lo spunto nasce dall’amore contrastato di due giovinetti, Enrica e Gaspare, provenienti da famiglie nobili tra loro in cattivi rapporti, i personaggi principali sono tutti esistiti: Gian Tomaso Pasero, primo Segretario di Stato alla corte dei Savoia; Valeriano Castiglione, monaco benedettino di origine milanese, ospite del convento di San Pietro in Savigliano (nonostante non lo sia, ama definirsi abate); Ottavio Ruffino, governatore della città e della provincia di Savigliano, presidente della Camera ducale dei Savoia; il duca Vittorio Amedeo I, erede di Carlo Emanuele I, fratello del cardinale Maurizio e marito di Cristina di Francia, alias «Madama Reale», reggente del ducato alla morte del marito; Lelio Ottavio Cauda, presidente della Camera dei conti.
La lunga tribolazione per vedere coronato il sogno d’amore di Enrica e Gaspare e la riappacificazione delle rispettive famiglie sono in realtà il pretesto per offrire uno spaccato della vita secentesca saviglianese, come le cerimonie religiose in Sant’Andrea, i riti di piazza, i rapporti tra la gente, l’ufficialità del potere, le tresche, le consorterie, i giochi e la caccia, l’inaugurazione degli affreschi di palazzo Taffini.
Morì a Saluzzo 23 ottobre 1948. È sepolto nel camposanto di Piasco, di dove era originario il padre, nel sepolcro di famiglia.
Bibliografia:
- «Storia della filosofia», Paravia, Torino, 1888;
- «In morte del Cav. Carlo Giuseppe Luda di Cortemiglia», Artigianelli, Torino, 1888;
- «Psicologia descrittiva», Petrini, Torino, 1889;
- «Sociologia ed Etica», Salesiana, Torino, 1891;
- «S. Ignazio e i Gesuiti», San Vincenzo, Saluzzo, 1893;
- «Il papato nell’ordine internazionale», Saluzzo, 1896;
- «L’evoluzione e origine dell’uomo», San Vincenzo, Saluzzo, 1898;
- «L’antica Chiesa di S. Giovanni in Piasco», San Vincenzo, Saluzzo, 1899;
- «Vita popolare del b. Giovenale Ancina», Saluzzo, 1899;
- «Leone XIII e l’associazione operaia», Torino;
- «Silvio Pellico liberale e credente», San Vincenzo, Saluzzo, 1900;
- «Cartario del Monastero di Sant’Eusebio di Saluzzo», Chiantore, Pinerolo, 1901;
- «Positivismo e volontà», Pustet, Roma, 1902;
- «Studi e documenti sul duomo di Saluzzo», Chiantore-Mascarelli, Pinerolo, 1902;
- «L’evoluzione e le religioni», Pustet, Roma, 1903;
- «Mi devo fare socialista?», Bovo, Saluzzo;
- «L’agrimensura nella regione piemontese », San Vincenzo, Saluzzo, 1903;
- «Vita popolare del ven. Lorenzo Gallo», Saluzzo, 1904;
- «L’università piemontese e il b. Ancina», Saluzzo, 1904;
- «Storia della filosofia occidentale prima dell’era cristiana», Pustet, Roma, 1905;
- «La storia e la fede di Saluzzo», Bovo, Saluzzo, 1905;
- «Il catechismo nella scuola», Piacenza;
- «Il fossanese b. Giovenale Ancina», Fossano, 1906;
- «Logica raziocinativa e induttiva e Storia della Logica», Ferrari, Roma, 1907;
- «Posizione canonico-storica del capitolo della cattedrale di Saluzzo di fronte all’arciprete», Lobetti-Bodoni, Saluzzo, 1910;
- «Previsioni e predizioni», Fiorentina, Firenze, 1910;
- «Saluzzo e i suoi Vescovi, 1475-1601», Lobetti-Bodoni, Saluzzo, 1911;
- «Note di telepatia», Fiorentina, Firenze, 1912;
- «Saluzzo nel secolo XVII, 1601-1635», Lobetti-Bodoni, 1915;
- «Ne pour ce», Anfossi, Torino, 1921;
- «La vita saluzzese nel diario di Giuseppe Poetti (1792-1804)», Bovo, Saluzzo, 1921;
- «Saluzzo cattolica», Torino, 1922;
- «Carlo Imoda», Scuola Tipografica, Alba, 1922;
- «I Savio da Sampeyre», Lobetti-Bodoni, Saluzzo, 1922;
- «Giacomo Spinelli», Bovo, Saluzzo, 1923;
- «San Bernardo di Mentone», Bovo, Saluzzo, 1923;
- «San Bernardo e le Alpi», Bovo, Saluzzo, 1923;
- «La scuola nel Risorgimento italiano», Operaia, Saluzzo, 1923;
- «Cardè, cenni storici», Tipografia Sociale, Saluzzo, 1924;
- «Storia compendiosa di Savigliano», Bianchi, Savigliano, 1925;
- «Barbara, storia di una divota saluzzese (1816-1854)», San Paolo, Alba, 1925;
- «La chiesa di San Bernardino di Saluzzo», Operaia, Saluzzo, 1926;
- «Saluzzo: manuale del cittadino e del viaggiatore», Bovo, Saluzzo, 1927;
- «Saluzzo: storia dal 1635 al 1730», Mortara, Saluzzo, 1928;
- «Tenda ai tempi di Emanuele Filiberto», Cassone, Torino, 1928;
- «Savigliano ai tempi di Emanuele Filiberto», Miglietta Milano, Casale Monferrato, 1928;
- «La Macchia rossa», San Paolo, Alba, 1928;
- «Come la fenice», Richard, Saluzzo, 1929;
- «Silvio Balbis poeta dialettale», Miglietta Milano, Casale Monferrato, 1929;
- «Il seminario vescovile di Saluzzo nella storia», Richard, Saluzzo, 1929;
- «In memoria di monsignor Michele Antonini di Envie», Operaia, Saluzzo, 1929;
- «Paese dei Bagienni», Anfossi, Torino, 1930;
- «Bellezze risorte », Ribet, Torino, 1930;
- «Gli affreschi a grisaille e la casa di Davide a Saluzzo», Saste, Cuneo, 1930;
- «L’Abazia di Staffarda, 1135-1802», Bocca, Torino, 1932;
- «Anticaglie a Paglieres», Anfossi, Torino, 1933;
- «Massone», Mortara, Saluzzo, 1934;
- «Lo stemma e il gonfalone di Saluzzo», Anfossi, Torino, 1934;
- «Beato Ludovico Allemandi», San Paolo, Alba, 1935;
- «Come fu crocefisso il Redentore», S.T.E., Cuneo, 1936;
- «Ad sigillum sacramentale animadversiones», Casanova, Torino, 1936;
- «Valdesi, catari, templari», Sei, Torino, 1937;
- «Rossana, ossia il passato di un villaggio prealpino», Mortara, Saluzzo, 1937;
- «Revello: origine, archeologia, arte», Casanova, Torino, 1938;
- «Luigi Nazari dei Conti di Calabiana, arcivescovo di Milano», Casanova, Torino, 1939;
- «Piasco: castra ed ager, il feudo, affreschi ignorati», Casanova, Torino, 1940;
- «Il marchese Emanuele Tapparelli d’Azeglio», Richard, Saluzzo, 1940;
- «Le origini di Briga», Saste, Cuneo;
- «L’Abazia di san Michele della Chiusa: dalle origini sino al secolo XIV», San Paolo, Alba, 1940;
- «Saluzzo nel secolo XVIII: 1730-1792», Casanova, Torino, 1941;
- «I Dottrinari in Piemonte», Aldina, Varallo Sesia, 1942;
- «Minus malum!: utrum liceat consulere», Sei, Torino, 1944;
- «Il ven. p. Cesare De Bus», Dottrinari, Varallo Sesia, 1945;
- «La pittura a Saluzzo e suoi dintorni», Operaia, Saluzzo, 1947;
- «La novella di Griselda nella storia di Saluzzo», Operaia, Saluzzo, 1947.